Pensieri e parole 2
PENSIERI E PAROLE
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DIAGNOSI
Necessaria al protocollo clinico, rischia di diventare un ostacolo difficile da superare per la guarigione. Produce identificazione, conferma i sintomi esistenti, ne avvalora gli effetti sulla vita di tutti giorni, consegna un involontario copione comportamentale e semina l'insorgere di nuovi sintomi previsti dalla diagnosi stessa. Non si può guarire fintanto che ci si identifica nella propria malattia. E' necessario riconoscersi nel proprio nome e nella propria storia anziché in quella del malato e della storia della propria patologia. La diagnosi rischia di essere una necessaria approssimazione, a volte solo un’ipotesi nell’unicità dell'individuo e del suo modo di rispondere alla vita. Ha il potere di seminare nel paziente una convinzione che si avvalorerà sempre più nel tempo con la ricerca di conferme del proprio problema, rendendo più difficile la soluzione. A volte il paziente rischia di impiegare più tempo a riconoscersi nell'identità del guarito piuttosto che nella sua guarigione. Orienta chi si occupa della cura, ma lo influenza e ne spersonalizza l'attenzione. E' la persona che va curata non la sua malattia.
PSICOFARMACI
Devono essere usati solo nei casi strettamente necessari e per il tempo più breve possibile. Non si può affidare al farmaco la gestione della propria vita, consegnando a questo un potere di cui ci si priva. Da quel momento i giorni migliori rischiano di essere attribuiti all'uso del farmaco e quelli peggiori alle proprie incapacità, assolvendo il farmaco dalla responsabilità del non effetto. Ogni giorno se ne sottoscrive un ipotetico bisogno diventando psicologicamente sempre più dipendenti e incapaci di riconoscere a sé il merito del miglioramento. Sarà questo invece, proprio questo riconoscimento, a creare la condizione necessaria alla guarigione. Si ha bisogno di tornare a sentire in sé il potere e la forza, delegarlo va nella direzione opposta alla guarigione. È necessario avere l'ambizione della guarigione, non il temporaneo miglioramento del sintomo. E' necessario attraverso alla psicoterapia tornare a riconoscere a sé i meriti crescenti dei propri cambiamenti, della ritrovata qualità della propria vita e arrivare gradualmente a scalare e ad estinguere l'uso del farmaco. Il nostro organismo ha in sé tutto ciò che necessita.
GUARIGIONE
Non è un obbligo è un’opportunità. La si realizza, come diceva Ippocrate, attraverso la rinuncia delle regioni per cui ci si è ammalati. Si devono estinguere le condizioni, a volte i paradossali vantaggi, che la malattia produce. Un percorso dove il capire si evolve in comprendere e questo è prendere con sé, portare dentro di sé, ed ha la forza di trasformazione. Un cambio di atteggiamento rispetto a quell'aspetto problematico della vita che necessita di essere osservato con occhi nuovi. E' un percorso verso la luce che richiede determinazione, non fatica e non necessariamente dolore. Un viaggio verso una nuova responsabilità dove la guarigione è rinuncia ad attenzione, a meccanismi di evitamento, a colpe. E' uscire dal buio che nasconde e a volte protegge, è un atto di coraggio che sarà premiato dalla scoperta della meraviglia della vita che è stupore ed entusiasmo per ciò che ancora non si conosce.
PSICOTERAPIA
Non può essere espressione dell'orientamento e della scuola di formazione dello psicoterapeuta, ma deve essere orientata alla persona, alla sua unicità e alle specifiche esigenze di quel momento. Si deve avvalere di strumenti concreti di cui si conosce l'uso ed essere consapevoli dei rapporti causa effetto di ogni azione terapeutica. I risultati devono essere misurabili e il frutto di una trasformazione e in quanto trasformazione acquisiti e irreversibili. E' necessario un approccio integrato e consapevole dove il corpo e la mente non sono disgiunte né nella patologia né nella sua guarigione. Deve basarsi sul sapiente uso della parola, con la consapevolezza del suo potere di fare ammalare e di guarire. Ogni parola non sarà solo una parola, ma un seme che ha il potere invisibile, nella terra della mente che lo accoglie, di fare germogliare una nuova condizione. Non è necessario dedicare molto tempo al passato, non è questo che va curato. Il presente deve essere il campo dell'azione terapeutica, è da qui che nasce il futuro della persona. Si è figli della propria storia, per questo si deve diventare migliori genitori della prossima che inizia ora.