Disturbo da tic
Disturbo da tic
I tic consistono nell’esecuzione improvvisa ed involontaria di movimenti ripetuti. Possono manifestarsi sul viso (fare smorfie, sbattere le palpebre, aggrottare le ciglia, muovere il mento), riguardare il collo (tentennamenti, tic di saluto, di negazione, di rotazione), le spalle, le braccia, le mani, le dita, la respirazione (sbadigliare, storcere o soffiare il naso, tossire), la fonazione (schiocco della lingua, grugniti, grida, abbaiate; de Ajuriaguerra, Marcelli, 1984).
Epidemiologia
La prevalenza di tic infantili varia dal’1 al 29% a seconda degli studi. Il rapporto maschi/femmine, in letteratura, in base alle aree demografiche varia da 2:1 a 9:1 (www.tourette.it).
Clinica
Si distinguono tic transitori (più frequenti, tendono a sparire spontaneamente) e tic cronici (de Ajuriaguerra, Marcelli, 1984). A seconda del numero di gruppi muscolari coinvolti si dstinguono tic semplici o complessi. Quelli facciali sono più frequenti, ma possono presentarsi a livello del collo, delle spalle. essere respiratori o fonatori. La sindrome di Tourette è caratterizzata, invece, dall’associazione di tic numerosi, ricorrenti, ripetitivi al viso o alle braccia, tic vocali multipli (www.tourette.it).
Eziologia e fisiopatogenesi
Le cause dei tic non sono chiare. Il tic può essere una delle condotte devianti che si presentano nello sviluppo del bambino e che finiscono per rappresentare un ancoraggio per altri conflitti. In seguito possono perdere il significato iniziale e diventare un comportamento stabile e ancorato al corpo del bambino. Possono costruire, all’inizio, una condotta motoria di reazione all’ansia e divenire una via di scarico privilegiata delle tensioni (de Ajuriaguerra, Marcelli, 1984). Possono svilupparsi, inoltre, a causa di condizioni neurologiche specifiche, assunzione di farmaci o infezioni da streptococco. L’esordio avviene in media verso i cinque anni, ma nel 40% dei casi i primi sintomi compaiono già in precedenza.
I tic complessi si manifestano più tardi rispetto a quelli semplici. Il periodo di acutizzazione dei tic va soprattutto dagli 8 ai 12 anni, mentre si assiste ad una stabilizzazione durante il periodo adolescenziale. Dopo i 18 anni è frequente una riduzione dei tic sia per intensità che per frequenza o una completa remissione. Gli eventi stressanti possono provocare l’aumento, ma anche le situazioni di relax. La focalizzazione dell’attenzione può provocarne la sospensione momentanea, mentre spariscono di solito nel sonno (www.tourette.it).
Criteri diagnostici
Il DSM-5 (2014) definisce il tic “un movimento o una vocalizzazione, improvviso, rapido, ricorrente, motorio non ritmico”.
I disturbi da tic includono: il disturbo di Tourette; il disturbo persistente (cronico) da tic motori o vocali; il disturbo transitorio da tic; il disturbo da tic con altra specificazione e il disturbo da tic senza specificazione.
Principi di trattamento
I trattamenti maggiormente diffusi per il trattamento dei tic o della sindrome di Tourette sono di tipo comportamentale. Le linee guida europee includono, oltre al trattamento farmacologico, interventi psicosociali e diversi interventi comportamentali. L’ipnosi viene utilizzata come “tecnica di rilassamento”, ma la sua efficacia va meglio definita.
Indicazioni cliniche
La terapia ipnotica, a seconda dell’età del paziente, può avere come obiettivo il rilassamento finalizzato al controllo dei tic, può prevedere la focalizzazione dell’attenzione che sembra ridurne la frequenza, la visualizzazione, l’utilizzo di metafore ed il racconto di storie. Un ruolo importante sembra avere la formazione all’autoipnosi con i bambini e gli adolescenti o con gli adulti. Una delle tecniche utilizzate da Lazarus (Lazarus, Klein, 2010) consiste nell’aiutare i bambini e/o gli adolescenti ad immaginare un interruttore per spegnere il tic, non appena si manifesta la sensazione provata prima che il tic compaia. Nel lavoro con i bambini e gli adolescenti, è previsto anche l’uso di metafore per strutturare dei compiti a casa.
Risultati clinici
Non sono presenti in letteratura molti studi sperimentali sull’utilizzo dell’ipnosi nel trattamento dei tic. Interessante uno studio di Lazarus e Klein (2010) su 33 bambini e adolescenti di età compresa tra i 6 e i 19 anni con sindrome di Tourette; gli autori utilizzano un metodo standardizzato di formazione in autoipnosi per esplorarne l’efficacia a breve termine nel trattamento di tic nervosi e motori nei pazienti con disturbo di Tourette. Il 79% dei pazienti addestrati con questa tecnica mostra un controllo del tic nel periodo di follow-up medio di sei settimane. Essi concludono che l’apprendimento dell’autoipnosi attraverso video-cassette riduce il tempo di training in questa tecnica e si rivela un aiuto nella gestione multidisciplinare dei disturbi da tic nella sindrome di Tourette. Una review (Haidour et al., 2014) analizza un totale di diciotto studi non controllati su 223 pazienti (46% maschi, 96% bambini e adolescenti). Il termine descrittivo utilizzato nel 90% degli studi era “tosse psicogena” o “tic della tosse”. L’ipnosi è stata efficace nel risolvere la tosse nel 78% dei pazienti e migliorarla in un altro 5%. La maggior parte dei miglioramenti verificatisi con queste forme di terapia si è avuto nel gruppo di bambini.
Controindicazioni, precauzioni e profilo di sicurezza
Non ci sono prove di effetti collaterali, tuttavia si raccomanda una diagnosi ed un trattamento integrato.
Considerazioni conclusive sull’ipnosi nel disturbo da tic
Livello di efficacia dell’ipnosi (evidence based): l’efficacia dell’ipnosi nel trattamento dei tic non è valutabile poiché non sono presenti in letteratura sufficienti trials clinici controllati.
Nel disturbo di Tourette, sebbene l’autoipnosi si riveli efficace nel controllo dei tic a breve termine e utile nel trattamento multidisciplinare dei sintomi, come mostra lo studio di Lazarus e Klein e come emerge dai risultati incoraggianti basati sui casi singoli, sono necessari ulteriori trials clinici per valutarne l’efficacia.