Psicologia dello sport
psicologia dello sport
La psicologia dello sport affonda le proprie radici nell’antichità; infatti fin dai primi Giochi olimpici dell’antica Grecia, molti autori, tra cui Omero, Euripide e Pindaro, narrano come il destino di una competizione sportiva non dipenda esclusivamente dalla prestanza fisico-atletica, ma anche dall’astuzia, dalla strategia, dal coraggio, dallo stato d’animo, caratteristiche, quest’ultime, strettamente legate all’attività mentale dell’atleta. Parlare della psicologia dello sport significa parlare di un ambito della psicologia che presenta molte possibilità di sviluppo e di crescita, il cui campo di interesse non è rappresentato solo dallo sport inteso a livello professionistico, ma anche dallo sport praticato a livello popolare.
Per la Association for the Advancement of Applied Sport Psychology (AAASP) “la psicologia dello sport è lo studio di fattori mentali e psicologici che influenzano e sono influenzati dalla partecipazione e dalla prestazione nello sport, nell’esercizio e nell’attività fisica e l’applicazione delle conoscenze acquisite attraverso questo studio che ogni giorno viene effettuato. La psicologia dello sport professionale è interessata a come la partecipazione allo sport, all’esercizio e all’attività fisica possa accrescere lo sviluppo personale e il benessere durante l’intero arco della vita” (Association for the Advancement of Applied Sport Psychology - AAASP -, 1985).
Inoltre l’International Society of Sport Psychology afferma che la psicologia dello sport riguarda quelle attività accademiche, di ricerca e professionali che forniscono la base per comprendere s stimolare il comportamento delle persone praticanti sport o attività fisica. Quest’ambito dinamico può stimolare l’esperienza degli uomini, delle donne e dei giovani che praticano le varie forme dell’attività fisica, si rivolge sia a coloro che svolgono la loro attività per piacere personale e sia a quelli impegnati a livello di élite in attività specifiche. Gli psicologici dello sport che svolgono questa attività a livello professionale s’impegnano nel comprendere i processi psicologici che guidano la prestazione motoria, i modi attraverso cui può venire stimolato l’apprendimento e incrementare le prestazioni e la maniera in cui possono essere efficacemente influenzati le percezioni psicologiche e i risultati. La psicologia dello sport trova le sue radici sia nelle scienze dello sport e del movimento sia nella psicologia. È una specializzazione della psicologia applicata e delle scienze dello sport (International Society of Sport Psychology).
Ipnosi ericksoniana e psicologia dello sport
L’ipnosi ericksoniana è ampiamente utilizzata nella psicologia dello sport, sia nell’intervento con gli atleti che fanno sport a livello professionistico, sia con gli atleti ed i gruppi che fanno sport a livello dilettantistico ed amatoriale. Per uno sportivo infatti, la condizione di prestazione ideale è data dal verificarsi nello stesso tempo di un insieme di condizioni, tra cui la corretta tensione in base alla disciplina che sta svolgendo, l’attenzione focalizzata alla prestazione sportiva, la sensazione generale di benessere e di autoefficacia; queste condizioni permettono la realizzazione di una buona performance e lasciano la percezione della stanchezza fisica e/o del dolore in secondo piano. Questa condizione è stata definita “flow”, o “zone”, e presenta molti punti di contatto con la trance ipnotica, tra cui la focalizzazione dello stato fisiologico e dei pensieri, tanto che il contesto della prestazione sportiva viene definito anche come “trance agonistica”.
Utilizzo dell’ipnosi
L’ipnosi ericksoniana viene quindi utilizzata per la definizione degli obiettivi dell’atleta e/o del gruppo squadra, per il raggiungimento e il mantenimento di una giusta tensione in occasione della prestazione sportiva, per il controllo dei pensieri e delle sensazioni durante la prestazione sportiva, per la modulazione dell’attenzione e dell’arousal, per la percezione del tempo e dello spazio fisico e mentale dedicato alla prestazione sportiva, per lo spostamento del focus attentivo dell’atleta dalla stanchezza all’obiettivo prefissato ed alla sensazione di successo. Inoltre, l’ipnosi ericksoniana viene utilizzata nell’ottica di creare e fortificare un elevato senso di autoefficacia, ritenuto una delle condizioni fondamentali ed importanti (insieme all’attitudine positiva ed alla alta concentrazione) per ottenere ottimi risultati in psicologia dello sport e non solo. Attraverso l’utilizzo della trance ipnotica, l’atleta viene invitato a concentrarsi su di sé ed a spostare il focus attentivo verso di sé. L’attenzione viene focalizzata sempre di più e diretta al proprio interno. Vengono creati e rafforzai un senso di benessere, ottimismo e autoefficacia, anche attraverso il ricordo di esperienze di successo passate, facendo riferimento anche a suoni, sensazioni, immagini che hanno accompagnato queste esperienze. Attraverso le suggestioni, si spiega alla persona che come è possibile ricordare qualche esperienza passata, è possibile anche utilizzare l’immaginazione per “ricordare” un evento non ancora accaduto, con le sensazioni, i pensieri, le emozioni, i comportamenti ad esso associati ed anche i fattori ambientali (immagini, suoni, profumi) che fanno da contesto in cui l’evento si verifica. Si fa riferimento a come la mente inconscia, anche senza piena consapevolezza, possa essere parte fondamentale ed attiva di questo processo e come possa essere efficace per lo sviluppo di attitudini positive, stati mentali e comportamenti efficaci e di successo rispetto alla prestazione sportiva desiderata. Questo processo utilizza molte tecniche di tipo ipnotico, ed in particolare le tecniche di pseudo-orientamento nel tempo e le suggestioni post-ipnotiche.
La caratteristica fondamentale e distintiva dell’ipnosi ericksoniana è data dalla esplicita volontà di confezionare l’intervento sulla realtà dell’atleta e sulla prestazione sportiva specifica. In riferimento alla prestazione sportiva infatti, l’ipnosi ericksoniana rende possibile la determinazione di diversi stati attentavi, di concentrazione, di rilassamento/attivazione, in base alle caratteristiche della disciplina sportiva in questione. Per quanto riguarda la realtà dell’atleta, si tratta di un intervento a 360 gradi che prende in considerazione l’aspetto di prestazione sportiva e del risultato, ma anche, in contemporanea, l’atleta non come semplice individuo agente, ma come persona. In tal senso, l’attenzione viene focalizzata sulla piacevolezza e sulla passione legate allo sport ed al gesto sportivo, rendendo l’intervento efficace a più livelli, da quello professionistico e a quello dilettantistico ed amatoriale, con il singolo ed il gruppo.
Infine, l’ipnosi ericksoniana può occupare uno spazio importante nel processo di recupero dopo un infortunio, specialmente con gli atleti professionisti.
Studi di efficacia e Evidence Based Medicine
Diversi studi mostrano prove di efficacia riguardo alla psicologia dello sport e l’utilizzo dell’ipnosi ericksoniana in psicologia dello sport, per come abbiamo appena considerato l’argomento. Nella definizione del concetto di “flow” e della sua importanza, ha avuto un ruolo di primo piano Mihaly Csikszentmihalyi (1975, 1990), che occupa così anche un posto di rilievo nel filone di ricerche e studi che stanno alla base della psicologia dello sport e dei suoi meccanismi di base, come l’autoefficacia. Tuttavia, riguardo l’efficacia dell’ipnosi nell’ambito della psicologia dello sport, gli studi che hanno avuto maggiore diffusione sono stati quelli riguardo le tecniche immaginative ed il potenziamento della performance, sia in gara che in allenamento, dimostrando come le tecniche immaginative e l’ipnosi possano avere un effetto positivo sulla prestazione sportiva.
Inoltre, ci sono stati studi volti a comprendere la relazione e la sovrapponibilità della trance ipnotica e del “flow” nella pratica sportiva, unitamente all’efficacia dell’ipnosi sullo stato di rilassamento e di concentrazione dell’atleta riuscendo così ad evidenziare i punti di contatto e le somiglianze tra il flow e l’ipnosi (Pates, palmi, 2002). Allo stesso modo, altri studi hanno evidenziato come l’ipnosi possa determinare un miglioramento della prestazione sportiva in allenamento ed in gara, in particolare riuscendo ad riattivare in maniera efficace e rapida emozioni, sensazioni, pensieri e comportamenti legati alla buona prestazione ed a esperienze di benessere, autoefficacia e successo.
Alcuni studi si sono concentrati sull’importanza delle attitudini positive e del senso positivo di autoefficacia (Maddi, Kosaba, 1984), mentre altri hanno posto maggiore importanza sull’attenzione focalizzata e diretta all’interno per un miglior risultato in varie discipline sportive.
Walters e Havens (1993) hanno mostrato come si possa realizzare un intervento di miglioramento ed incremento della performance, non solo sportiva, attraverso l’utilizzo dell’ipnosi ericksoniana, facendo esplicito riferimento alla tecnica dello pseudo-orientamento nel tempo di Erickson, ma anche all’attitudine di Erickson a considerare la persona nella sua interezza e totalità ed a valutare le possibilità di realizzazione e successo future di ognuno piuttosto che gli errori e le difficoltà presenti.
Infine, sempre con gli studi di Newmark e Bogacki (2005) è stato fatto riferimento alla possibilità di utilizzo dell’ipnosi nei casi di recupero dopo un infortunio sportivo.
Conclusioni
Nel corso degli anni l’importanza della psicologia nell’ambito sportivo, a veri livelli, con i singoli e il gruppo, è apparsa sempre più evidente ed è stata sempre più studiata, nell’ottica di ipotizzare, costruire e validare modelli di ricerca ed intervento efficaci ed efficienti. L’ipnosi, ed in particolare l’ipnosi ericksoniana, si è ampiamente immessa in questo flusso di ipotesi, valutazioni, conferme, teorie, rappresentando sicuramente un aspetto molto innovativo e da poter approfondire. A partire da quanto già ipotizzato e confermato nel corso degli anni, l’ipnosi ha mostrato e sta mostrando sempre più la sua importanza sia come tecnica e strumento, che come cornice di riferimento in cui realizzare e sviluppare le tecniche e gli strumenti già in essere, precedentemente utilizzati. Il valore che l’ipnosi sembra sempre più aggiungere è dato dalla possibilità che offre, per la propria natura intrinseca, di vivere un’esperienza vera, vivida, reale, capace di modificare pensieri, sensazioni, emozioni, comportamenti, interessando contemporaneamente, similmente e profondamente sia l’aspetto fisico che quello psicologico della persona e dell’atleta, senza presentare particolari o importanti controindicazioni al proprio utilizzo. Oltre a questo, l’ipnosi ericksoniana si caratterizza per la propria naturalità, la propria capacità di adattarsi alle persone ed alle situazioni in cui viene utilizzata, l’interesse ottimista per la persona, nella sua indivisualità e nelle sue capacità. Anche per questo, tutti i segnali finora evidenziati, spingono nella direzione del maggiore e migliore utilizzo dell’ipnosi ericksoniana nell’ambito della psicologia dello sport.